2nd Big Tasting w/Matt @ Brasserie 4:20

martedì 8 maggio 2012
Another great tasting w/Matt @ Brasserie 4.20

Cari amici, sabato scorso è tornato a trovarci il nostro amico Matt (ve lo ricordate?) e ci ha portato altre meraviglie in bottiglia direttamente dall'America. Per l'occasione abbiamo organizzato un'altra serata speciale di degustazione. Ci siamo incontrati per l'ora di cena alla Brasserie 4:20, insieme ai nostri amici Federico, Elisa, Edoardo e Chiara, oltre ovviamente ad Alessandra, appena tornata dal Belgio con un paio di bottiglie al seguito. Menu tipicamente americano, a base di Traditional Texan Smoked BBQ, tagliata di manzo e patatine fritte, innaffiato da tante, tantissime birre straordinarie. Nel corso della serata è passato a trovarci anche Mario, venuto a Roma direttamente da Sabaudia appositamente per l'IBF e per questa degustazione speciale. Anche lui ci ha portato una graditissima sorpresa. Insomma, come avrete capito si è trattato di una serata piuttosto impegnativa. Ecco cosa abbiamo bevuto.

Jolly Pumpkin vs. Russian River
Per aprire la serata niente di meglio di una Jolly Pumpkin Bam Bière. Una saison, meglio, farmhouse, deliziosa, leggerissima, con quel tocco di lieviti e spezie al naso e quel delicato acidulo in bocca che la rende fresca e pulita. Una perfetta session beer d'apertura (fa appena 4.5 gradi), di quelle che ne berresti a decine senza mai stancarti. Quindi è stata la volta della ben più impegnativa Russian River Consecration. Una american wild ale da 10 gradi, realizzata con ribes e invecchiata in botti di Cabernet Sauvignon per nove mesi. Una birra dall'acidità decisa eppure ben equilibrata, mai eccessivamente invasiva, con magnifici sentori di frutta rossa e note vinose importanti, un acetico stemperato dalle note fruttate. Una birra eccezionale, dal carattere indiscusso, tra le migliori barrel aged beer in assoluto. Personalmente l'avevo già assaggiata alla spina, quando fu offerta da Alex in occasione di una delle ultime cotte pubbliche, ma questa bevuta in bottiglia faceva decisamente un altro effetto.

3Fonteinen Oude Geuze Golden Blend
A questo punto sale in cattedra Federico, proponendo una Loverbeer Dama Bruna e una Panil Barriquée Sour edizione americana vintage 2006. La prima mi ha fatto una impressiona decisamente migliore rispetto a quella bevuta tempo fa, che era pressoché priva di lattico e decisamente watery. La Panil invece ha confermato tutte le sue potenzialità, confermandosi come una delle migliori sour ale in assoluto. A seguire è stata la volta della 3Fonteinen Oude Geuze Golden Blend, arrivata direttamente da Anversa grazie a Federico, Alessandra e ai nostri amici belgi Ernest e Fox. Si tratta di un blend "segreto" di differenti lambic. Rispetto ad altre Oude Geuze di 3Fonteinen questa ha un aroma più pungente, deciso, con nette note di limone. In bocca è acida, aspra, molto astringente, un po' più "scorbutica" e spigolosa rispetto alle attese, forse per via della giovane età. La carbonazione è notevole e "anestetizza" un po' la lingua. Una Geuze di grande carattere, insolitamente scontrosa per gli standard di 3Fonteinen.

Tilquin Oude Gueuze à l'Ancienne
A questo punto Alessandra tira fuori una Tilquin Oude Gueuze à l'Ancienne arrivata anche questa dritta dritta dal Belgio, che resterà una delle più incredibili e inaspettate sorprese della serata. Poche storie, questa giovanissima gueuzerie, nata da pochissimi anni, realizza una delle migliori Gueuze in circolazione! Rispetto alla versione alla spina provata qualche mese fa all'Open Baladin, questa à l'ancienne ha un grado e mezzo in più (arriva a 6) e una struttura decisamente più importante. L'approccio ricorda da subito 3Fonteinen, un acido molto fine, con note di limone, secca e pulita. Il lusinghiero paragone ci sta tutto, e dipinge bene un prodotto di straordinario livello. La cosa che impressiona maggiormente è che si tratta di una bottiglia giovane, del 2011, con ampi margini di evoluzione. Ma le sorprese non sono finite, perché il nostro amico Mario tira fuori una Piccolo Birrificio Nua Barric, sour ale di classe sopraffina e altissimo livello, sorprendente per complessità ed equilibrio, che riesce nel difficile obbiettivo di rivaleggiare in qualità con la Panil Barriquée Sour. Un'altra graditissima sorpresa.

Ballast Point vs. Three Floyds
A questo punto si fa notte fonda e Matt tira fuori una Three Floyds Baller Stout e una Ballast Point Victory at Sea. La prima è una imperial Stout realizzata come blend di quattro veri e propri "mostri neri", la Dark Lord, la Beer Geek Brunch Weasel di Mikkeller, la Black Albert di Struise e la Surly Darkness. Birra estrema, senza dubbio, dove la prepotenza della Dark Lord e il caffettoso della Brunch Weasel emergono su tutti. Rispetto alla Dark Lord, però, questa Baller Stout ha una maggiore rotondità e un finale amaro più distintivo. Uniche note stonate, un corpo eccessivo e un etilico davvero troppo invadente. Niente da dire, invece sulla Victory at Sea, straordinaria robust porter, unica per complessità e rotondità, con note di vaniglia e cioccolato fondente al naso, caffè e cacao in bocca con una lunghissima, infinita coda amara scemplicemente spettacolare. Il gran finale è riservato alla Baladin Xyauyù Fumé, straordinario Barley Wine di Baladin a base Xyauyù con infusione di tè Lapsang Suochong per tre settimane che gli conferiscono una particolarissima nota di fumo. Sarà stato il palato ormai andato in malora o la piccola botta di nausea che mi ha preso, fatto sta che questa Fumé mi ha lasciato stranamente perplesso. Intendiamoci, tra questa e la sorella Xyauyù ho sempre preferito la seconda, l'ho sempre trovata più "compiuta", ma anche la Fumé bevuta più volte in degustazione all'Open Baladin mi aveva sempre fatto una bella impressione. Questa volta invece mi ha deluso non poco. Poco male, la riproveremo alla prossima degustazione, magari in compagnia di un bel brownie e insieme (se tutto va bene) alla "Laphroaig Barrel". A presto!

08/05/2012 LM

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