Tasting w/Matt @ Brasserie 4:20

martedì 24 aprile 2012
Three Floyds Dark Lord, Närke Stormaktsporter, Cigar City Hunahpu's

Cari amici, i giorni scorsi sono stati piuttosto impegnativi per il nostro fegato, tra Hop-Bomb Festival, degustazioni di vini e Champagne, feste e compleanni vari. Tuttavia ne siamo usciti vivi, anche se piuttosto malconci e provati. Oggi sono qui a raccontarvi una serata davvero speciale. La settimana scorsa è venuto a trovarci Matt, un nostro amico americano, e per l'occasione abbiamo organizzato una degustazione di birre. Matt ci ha portato alcune vere e proprie chicche direttamente dall'America, tra cui una serie di bottiglie introvabili qui in Italia. Noi abbiamo risposto con alcune birre italiane e rarità belghe ed europee. Ne è venuta fuori una bellissima serata di festa, in cui si è bevuto di tutto. Alla fine le bottiglie messe sul tavolo erano talmente tante che non siamo nemmeno riusciti a finirle. Ma andiamo con ordine. Ci incontriamo alla Brasserie 4:20 per l'ora di cena, davanti a un bell'hopburger con bacon, cheddar e patatine. A pancia piena, si sa, l'alcol si regge meglio. Quindi incomincia il valzer delle bevute.

Närke Stormaktsporter
Si comincia con l'aperitivo della casa, a basa di Pineau des Charentes Blend, una delle ultime e più convincenti creazioni di Revelation Cat. Si tratta di un geuze ottenuta blendando lambic (di Boon) sottoposti a differenti invecchiamenti in botti di Pineau des Charentes, rispettivamente per 16, 25 e 37 mesi. I "sample" dei lambic di diverse età avevamo già avuto modo di assaggiali in occasione del Winter Sour Festival dello scorso dicembre, e ci avevano fatto una bellissima impressione, ma questa geuze è qualcosa di magnifico. Un naso ammorbidito dalle note di Charentes, in bocca una vinosità, dolcezza e morbidezza, unita a splendide note balsamiche, che si lasciano ricordare a lungo. Dopo il Pineau Blend è salito in cattedra Matt, tirando fuori una splendida Närke Stormaktsporter del 2007. Nonostante i cinque anni di età sulle spalle ha retto magnificamente, mostrando appena qualche segno di ossidazione e un corpo leggermente più blando del normale. L'equilibrio, invece, è quello mirabile di sempre: cioccolato fondente, frutta rossa, caffé, liquirizia nel finale leggermente amaro. Una meraviglia. Parlando tra noi delle evoluzioni (in positivo e in negativo) delle birre si è giunti a una conclusione abbastanza condivisa. Anche dopo un invecchiamento particolarmente lungo e "sfiancante", anche se in condizioni non perfette, è quasi sempre possibile riconoscere il carattere distintivo di una grande birra. E questa Stormaktsporter è certamente una grande birra.

3Fonteinen Vintage 2003 vs. Malvasia Rosso 2003
A questo punto Matt tira fuori una Three Floyds Dark Lord del 2010 (come si evince dalla cera verde sul bordo della bottiglia). L'approccio è totalmente diverso da quello della Stormaktsporter. Un aroma intensissimo, aggressivo, quasi brutale. Note etiliche impressionanti, cioccolato, tantissima vaniglia, chewingum, dolciastra, quasi zuccherosa. In bocca è intensissima, molto sbilanciata sul dolce, tanta cioccolata, ciliegie, caffé, sentori quasi da rum o liquore dolce. Il corpo pieno e i 15 gradi contribuiscono ancor di più a renderla estrema. E a proposito di birre estreme, la Lost Abbey Veritas 009 assaggiata subito dopo non è certo da meno. Una American Wild Ale di una complessità inaudita. Leggiamo sull'etichetta di cosa si tratta: una Strong Dark Ale invecchiata in botti di Bourbon, quindi trasferita per15 mesi in botti di Syrah francese. A questo punto vengono introdotte ciliegie per altri 15 mesi. A quel punto le diverse botti vengono blendate, la birra viene imbottigliata e lasciata riposare per altri 11 mesi.

3Fonteinen & Lost Abbey
A berla si resta parecchio interdetti. Ciliegie, caramello, tantissima vaniglia, alcol, note acetiche, dolciastre e amarognole, a tratti ricorda quasi un Fernet Branca. Birra estrema, grezza, decisamente sgraziata, di una intensità davvero fuori dal comune. Si fa fatica a finirne un bicchiere da tasting. Ripreso fiato, mangiato ancora qualcosina giusto per far riposare il palato, si riprende con una Montegioco Quarta Runa del 2008. Quattro anni e non sentirli sarebbe stato chiedere troppo, ma le sue condizioni erano più che dignitose. Al naso note acidule e un bellissimo aroma di pesca, netto, pulito, delicato. In bocca molto morbida, acida al punto giusto, forse un po' blanda di corpo e leggermente watery. Quindi è stata la volta della Pausa Café Martina. Per questa vale forse il discorso opposto, un po' troppo giovane, con ancora qualche spigolo da smussare. Ciononostante si lascia bere bene, è delicata, con note di vaniglia, cacao in polvere, pere, in bocca acida decisa, con le pere che regalano sensazioni simili a un perry. E' il preludio a quel capolavoro assoluto della 3 Fonteinen Malvasia Rosso, spettacolare geuze realizzata con l'aggiunta di uva malvasia. Acquistata da Les Vignerons (che ne aveva appena 3 esemplari!) si tratta di una birra speciale, imbottigliata una sola volta e ritirata ormai da parecchi anni, praticamente impossibile da reperire. Versata nel bicchiere si mostra simile a uno Champagne, limpida con un bellissimo cappello di schiuma bianca finissima e frizzante. Ambrata, intensa, limpida, è una meraviglia anche solo per gli occhi.

Lost Dog & Quarta Runa
Al naso è di una morbidezza più unica che rara, con nette note vinose, lieviti, una magnifica dolcezza che bilancia il tutto. In bocca conferma le sensazioni olfattive, ha il caratteristico finissimo acido dei lambic 3Fonteinen ma ulteriormente ammorbidito dalle note dolci della Malvasia. A tratti ricorda un vino o uno Champagne, capolavoro di inarrivabile finezza e complessità. A questo punto spunta fuori da chissà dove una 3 Fonteinen Oude Geuze Vintage del 2003, e scatta subito il confronto. Magnifica, in condizioni formidabili, con un acido più sporco, forte, selvaggio, rispetto alla Malvasia Rosso. Al naso sentori di cantina, stalla, agrumato (limone) e crosta di pane. In bocca è acida decisa, anche qui agrumata, balsamica, meravigliosamente, secca, pulita. Carbonazione perfetta, degna di uno Champagne. Come si fa a scegliere tra queste due meraviglie? Il gran finale riservato alla BrewDog/Lost Abbey Lost Dog, Strong Porter realizzata a quattro mani dai due birrifici. Chi si mostra scettico davanti alle "collaboration beers" dovrebbe assaggiare questa magnifica creazione. Non ha nulla del carattere scontroso e a volte controverso di certe altisonanti creazioni di BrewDog. E' una Strong Porter di squisita fattura, messa a invecchiare in botti di rum. Al naso note di vaniglia, malti tostati, frutta secca e alcol, in bocca è dolce ma per nulla squilibrata, assolutamente non estrema, si lascia bere con facilità, nonostante un corpo importante e i suoi 10 gradi alcolici. Perfetta in abbinamento a un dolce al cioccolato. Invecchiata un anno o due può solo migliorare ancora.

Un saluto a Matt, che tornerà a trovarci preso, e un grazie per le magnifiche bottiglie che ci ha portato. Alla prossima degustazione!

24/04/2012 LM

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